Il pensiero individualista è da sempre consapevole della
necessità di sviluppo di coscienza individuale, dell’emancipazione necessaria
affinché le insurrezioni armate, gli scontri di piazza,conducano verso la
realizzazione di una società anarchica. Gli anarchici non possono imporre l’anarchismo
a chi non è pronto, a chi ancora non comprende, si sfiorerebbe una dittatura, magari
chiamata anarchica, o si creerebbero solo le condizione per l’avvento di un
nuovo potere, ad esempio in stile
bolscevico.
La assoluta proprietà di un individuo di decidere di armare
la sua mano per colpire degli obbiettivi che reputa colpevoli di una data situazione,
quali multinazionali responsabili dei disastri ambientali, le agenzie
esattoriali al soldo dello stato mafioso, i rappresentati dello stato
repressivo, i suo esecutori, non ha nulla a che fare con un concetto di
emancipazione delle masse, ma possiede esclusivamente valore insurrezionale,
valore di emancipazione individuale; un atto di giustizia nei confronti dell’umanità
colpita e saccheggiata. La storia dell’anarchismo è costellata di questo tipo
di episodi è così come sono stati storicamente accettati i Bresci e i Ravachol,
anche i gesti odierni devono essere appannaggio esclusivo di chi li compie, il
quale è ben consapevole del significato e delle responsabilità che tali atti
comportano.
Da tempo l’anarchismo si è perso nei meandri delle parole,
tempo asservito da coloro che si sono ersi a rappresentanti ufficiali del
pensiero e dell’azione anarchica. Tanto parlare ma nulla di concreto, anzi;
tanto bacchettoni per non perdere ciò
che dalle istituzioni è stata loro concesso, compresa una certa ‘credibilità’
ed ‘affidabilità’ ottenuta eliminando dalle loro azioni la caratteristica
emancipatrice ed eversiva dell’anarchismo.
Vista la necessità di preparazione delle coscienze
individuali come si può agire? La propaganda, la sperimentazione del pensiero
anarchico, la dimostrazione della possibilità di vivere senza essere schiavi,
la solidarietà tra uomini e il mutualismo, l’abbattimento delle classi sociali,
l’aggregazione degli individui per affinità e non per costrizione, il rifiuto e
l’odio verso ogni forma di dominio, sono tutte pratiche che portano verso
l’emancipazione. Preparare l’anarchia qui e ora significa creare le condizioni
per l’emancipazione degli individui ma anche momenti di rottura che conducano
verso l’abbattimento dello stato.
I momenti di rottura, che chiaramente non si creano con
moine e carezze né con sfilate pecorili, non possono e non devono sconvolgere nessuno perché
una volta giunti alla emancipazione della gente, nel momento in cui tutti
smetteranno di consumare, di lavorare, lo scontro violento sarà inevitabile
perché il potere userà i suoi eserciti, le sue forze repressive, e quindi lo scontro
è inevitabile e non potrà essere che violento.
El Anarquista loco
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