domenica 28 ottobre 2012

François Claudius Koeningstein detto Ravachol



Attualmente c’è un numero troppo elevato di cittadini che soffrono mentre altri nuotano nell’opulenza, nell’abbondanza. Questo stato di cose non può durare; tutti noi dobbiamo non solo approfittare del superfluo dei ricchi, ma ancora procurarci come loro il necessario. Nella società attuale è impossibile arrivare a ciò. Nulla, nemmeno l’imposta sulle entrate può cambiare le cose e tuttavia la magg
ior parte degli operai è persuasa che se si agisse così, beneficerebbero di un miglioramento. Errore, se si tassa il proprietario lui aumenterà i suoi affitti e con ciò farà in modo di far sopportare a chi soffre il nuovo carico che gli è stato imposto. Del resto nessuna legge può colpire i proprietari perché essendo padroni dei loro beni non si può impedire loro di disporne a proprio piacimento. Cosa bisogna fare allora? Annientare la proprietà e, così facendo, annientare gli accaparratori.

Se questa abolizione avesse luogo, bisognerebbe abolire anche il denaro per impedire ogni idea di accumulazione che costringerebbe a ritornare al regime attuale.

In effetti è il denaro la causa di tutte le discordie, di tutti gli odi, di tutte le ambizioni, è in poche parole il creatore della proprietà. Questo metallo, in verità, non possiede che un prezzo convenzionale dovuto alla sua rarità. Se non si fosse più costretti a dare qualcosa in cambio di ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra esistenza, l’oro perderebbe il suo valore e nessuno cercherebbe e potrebbe arricchirsi poiché nulla di quanto accumulerebbe potrebbe servirgli a procurarsi un benessere superiore a quello degli altri.

Da ciò ne consegue che non c’è più bisogno di leggi, non più bisogno di padroni.



François Claudius Koeningstein detto Ravachol

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