martedì 23 ottobre 2012

In difesa di Mata Hari.



In difesa di Mata Hari.


«Ieri mattina nel cortile della Caponiere, nel bosco di Vincennes, venne giustiziata l’ex ballerina Mata Hari».
Le brevi, feroci, parole del telegramma, mi hanno riempito il cuore di tristezza. Oh, Mata Hari, forse non ti immaginavi una fine così triste. Malgrado il tuo scetticismo, non credevi ancora, forse, che gli uomini che impazzivano per te, fossero così vili.
Nessun
o ha tentato di difenderti, nessuno ha voluto arrischiare qualche cosa per salvarti. Questi gentiluomini che cadevano ai tuoi piedi, come frutti marci, che rivelano ogni più segreto documento per un tuo sguardo, che per possederti non esitavano a rovinare famiglia e patria, questi gentiluomini ebbero paura a tentare qualche cosa per te. E così, come si ammazza un cane idrofobo, hanno permesso che un drappello di soldatacci ignobili, ti assassinasse in un umido cortile, con una scarica di piombo rovente, nel bel corpo divino. E probabilmente, qualcuno di cotesti Catoni d’alto bordo, si sarà rallegrato pubblicamente per la severità del giudice. Peuh! una spia! 
Vigliacchi! Loro che non esiterebbero a far morir di fame migliaia di lavoratori, pur di guadagnare; che in Borsa giocherebbero la prosperità di intere provincie, pur di satollarsi d’oro; che tradirebbero ogni istante ciò che chiamano patria, per il loro interesse, hanno finto un moto d’orrore quando l’istruttoria rivelò ciò che essi già sapevano. Peuh! una spia!
Per possederti ti svelarono i più gelosi segreti della nazione, per possederti ti consegnarono i piani delle più poderose fortezze, per possederti ti donarono la vita di migliaia d’uomini. Ora morta, ti calpestano con disgusto, ti ingiuriano, e col tuo sangue si lavano le mani. Mata Hari è stata giustiziata!
Povera Mata! chi l’avrebbe pensata una fine così feroce? Quando l’automobile così lussuosa ti trasportava per i grandiosi boulevards parigini, affascinante nelle toilettes costose, chi avrebbe mai pensato che una cella ignobile sarebbe stata un giorno tuo asilo? Quando nei saloni dorati della più alta aristocrazia, il tuo corpo flessuoso di maliarda, nudo, fremente, suscitava i bisbigli e la foia di mille gentiluomini in frack e caramella, chi lo avrebbe pensato che saresti caduta nel fango di un lurido cortile di fortezza, col corpo crivellato di ferite, in una triste giornata piovosa? Povera Mata!
Non compiango i soldati che morirono per causa tua.
La massa bruta, che si lascia trascinare al macello senza un moto di ribellione, che si lascia scannare così, senza un perchè, che abbandona tutto ciò che ha di più caro, al semplice ordine di un foglio affisso a una cantonata, è troppo vile: merita la morte, merita il coltello del boia. E tu, povera Mata, eri bella! E la bellezza suprema è al di là del bene e del male. Morire per causa di una donna meravigliosa, è ancora la morte migliore.
Dormi in pace, povera Mata! Qualcuno che non ti ha mai conosciuta, ha giurato di vendicarti. E il ricordo dei tuoi occhi insanguinati, guiderà il suo pugnale; e la visione del tuo corpo dilaniato, renderà più efficace la sua bomba!
Bruno Filippi

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